ELEZIONI 2006:IL MONDO CI GUARDA E RIDE

ELEZIONI 2006: IL MONDO CI GUARDA E RIDE :D
Dal nostro inviato nel «Berlusconistan» (Suddeutsche Zeitung).
L'«Italia delle paillettes, della demagogia e del sogno americano» ( Le Soir).
Dove vige «un sistema abilmente costruito per rincoglionire le masse» e regna «il principe delle arti volgari» (L'Express),
un «Don Coglioni» (The Wall Street Journal),
un premier d'ineguagliabile «condotta villana e meschinità culturale» che «lo rendono l'incarnazione dei peggiori italiani» (Frankfurter Allgemeine Zeitung).
Benvenuti nell'Italietta che sta per liberarsi del Cavaliere, « an insider on the way out »,
uno che se sconfitto aveva promesso di fuggire a Tahiti ed è qua già bell'e disegnato sul Financial Times, vignetta di pagina 7: niente sorriso, una tahitiana corona di fiori al collo, un malinconico mare tropicale alle spalle. Non stanno esagerando?
«L'onta dell'Europa » ( Le Nouvel Observateur);
Berlusconi fra una «sconfitta annunciata» e una «campagna disperata» (The Guardian);
«elettori intenzionati a tagliare i legami col miliardario che ha diviso il Paese» (The Times);
un «prevedibile» cambio di governo (Die Zeit);
due candidati che fra grisaglie e «rialzini» non si vestono nemmeno troppo bene (Financial Times)...
«Sì, un po' di spocchia c'è — riconosce Elisabetta Piqué, corrispondente della Naciòn di Buenos Aires —. Ma se li guardano tutti un po' dall'alto in basso, gl'italiani devono ringraziare solo cinque anni di gaffe e d'incredibili figuracce. Lo dice una che è stata governata da Menem e in Argentina ha già visto tutto: il carisma, le promesse. E pure il lifting».
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"Di Berlusconi si sa già tutto. Chi voleva capire ha capito da tempo".
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